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Protagora -- il relativismo morale e culturale

 

   PROTAGORA   

  L’uomo è misura di tutte le cose   

 
 

Il primo e il più noto tra i sofisti fu Protagora. 

Egli nacque ad Abdera, in Tracia, intorno al 490 a.C.

Il concetto centrale del pensiero di Protagora è: 

«l’uomo è misura di tutte le cose, delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono»

Egli intendeva dire che il singolo uomo giudica le cose secondo le proprie esperienze, i propri bisogni e principi della società in cui vive. 

Il relativismo morale e culturale:

Protagora inoltre, sostiene nella sua opera "le Antilogie", che è possibile assumere posizioni sia favorevoli che contrarie rispetto a qualsiasi questione, proprio perché non esiste alcun punto di vista univoco e vero in partenza. 

Ogni civiltà umana sviluppa una propria cultura e valori differenti, per cui cose che per un popolo sono turpi e disdicevoli possono essere per un altro lecite o addirittura virtuose.

 

 

L’assenza di un vero assoluto e quindi anche di valori morali assoluti, non lasciavano però l’uomo del tutto sprovvisto di un criterio di giudizio.

Protagora, infatti, credeva che l’uomo dovesse farsi guidare dal principio di utilità. Posto di fronte a due opinioni differenti l’uomo può decidere quale sostenere, quale lo convince maggiormente e che soprattutto se una delle due persone è più abile a parlare e ad elaborare la sua teoria/credenza, ed in tal modo, l'ascoltatore sarà maggiormente attratto da quest'ultimo.

Inoltre, secondo il filosofo Protagora non esiste una verità assoluta. 

Questo modo di pensare si chiama "relativismo"

Lui afferma, infatti, che non esiste un'opinione migliore di un'altra. 

 


 


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